sabato 16 aprile 2016
I 12 MOTIVI PER CUI ANDRÒ A VOTARE AL REFERENDUM "SULLE TRIVELLE" E VOTERÒ Sì
1) Per obbligare le compagnie petrolifere a bonificare la zona di estrazione dopo che le concessioni termineranno, cosa che ora non fanno e chissà fino a quando non faranno. Con questa norma introdotta dal governo Renzi in legge di stabilità 2016, infatti, le concessioni alle compagnie petrolifere verranno automaticamente rinnovate, senza un termine di tempo prefissato. Ciò vuol dire che queste multinazionali dell’idrocarburo continueranno a estrarre petrolio a bassissimo regime, a inquinare il mare circostante e a non pagare le royalty allo Stato Italiano fino a completo esaurimento del giacimento: entro le 50 mila tonnellate di petrolio prodotto in mare, infatti, non si paga nessuna aliquota allo Stato. Per fare un esempio: nel 2015, su un totale di 26 concessioni produttive, solo 5 che estraggono gas e 4 che estraggono petrolio hanno pagato le royalty.
2) Perché Angelo Panebianco è a favore dell’astensione.
3) [per chi dice: “tanto alle compagnie petrolifere non frega niente del tuo voto”]: in queste settimane sono usciti fuori comitati, pagine Facebook, video promozionali, iniziative, tutti a favore dell’astensione. Fra queste, è nata l’associazione “Ottimisti e razionali”, costituita da politici o ex politici (come Gianfranco Borghini e il presidente di Assoelettrica Chicco Testa). Ora, io penso: se qualcuno ha speso così tanti soldi ed energie per dire alla gente di non andare a votare, vorrà dire che a qualcuno con tanti soldi ed energie questo referendum sta dando un po’ fastidio, no?
4) Perché il nome “Ottimisti e razionali” fa cagare.
5) Perché anche se qualche compagnia petrolifera dovesse estrarre più della quota prestabilita, in Italia attualmente pagherebbe royalty bassissime, quasi inesistenti. Come dice Legambiente: “Questa situazione è molto conveniente anche per le imprese straniere, che altrove trovano ben altre condizioni: in Danimarca [...] si applica un prelievo fiscale per le attività di esplorazione e produzione fino al 77%. In Inghilterra può arrivare fino all’82% mentre in Norvegia è al 78% a cui però bisogna aggiungere dei canoni di concessione”. Ecco, se magari la finissimo di fare favori a queste multinazionali e cominciassimo a pensare ai nostri territori, male male non sarebbe.
6) Perché mi sta tremendamente sul cazzo chi esorta gli altri a non andare a votare; soprattutto se è presidente del Consiglio o un ex presidente della Repubblica.
7) Perché il professorone-economista-politico del PD Giampaolo Galli ha detto che ci dobbiamo astenere per Regeni e per i Marò, ma non so quanto Regeni sarebbe stato d’accordo con questa sua geniale teoria.
8) Perché non mi piacciono i ricatti morali del tipo: “e a chi lavora sugli impianti petroliferi chi ci pensa?”. A parte che stiamo parlando di concessioni che termineranno fra molto tempo (fra 5 anni le prime, l’ultima nel 2034), e che quindi c’è tutto il tempo per ripensare a un ricollocamento… in ogni caso non è un ragionamento che sta in piedi, questo. Se no dovremmo farlo anche quando combattiamo contro le industrie delle armi e della mafia, ad esempio, che danno lavoro a tanta gente. Inoltre, migliaia di pescatori denunciano quotidianamente come le attività di estrazione così vicine alla costa stiano rovinando la loro attività in maniera irrimediabile: cos’è, i pescatori sono più stronzi di chi lavora sulle piattaforme?
9) Perché Gerardo Greco l’ho sempre ritenuto un pessimo giornalista, ma da qualche giorno un po’ di più.
10) [per quelli che dicono: se terminassero quelle estrazioni dove andremmo a rifornirci di petrolio e gas? Dovremmo comprarli all’estero!] Non è vero niente. Il petrolio estratto entro le 12 miglia marine costituisce lo 0,95% del fabbisogno nazionale, il gas il 3%. E comunque anche quel poco di roba che estraiamo lì, lo compriamo, mica ce lo regalano.
11) Perché ho partecipazioni societarie nel settore dell’energia rinnovabile.
12) Per il qualunquismo di chi dice: “Vabbe’, tanto non cambierà mai niente!” Ecco, no. Questa argomentazione non mi prenderà mai.
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